COSA VEDERE A ZOVENCEDO ...
La Casa Rupestre
Nel territorio di Zovencedo, lungo un tratto dell’Altavia dei Berici, s’incontra un luogo affascinante e unico, che condensa cultura dei Padri, ricchezza della natura, e storia di un territorio.
In una cava di pietra – da cui un tempo si estraeva la cosiddetta pietra di Vicenza – aperta su una sporgenza dominante la Val Pressia, fu ricavata una casa rupestre che rimase abitata fino al 1959. Viene chiamata “Sengia dei Meoni”, dal nome dell’ultima famiglia che la abitò. L’edificio originale era sviluppato su due piani, con cucina, camino, stalla e fienile. L’11 agosto del 1959 una saetta squassò l’intero edificio, costringendo la famiglia ad abbandonarlo. Nel 2013 questo splendido luogo è stato recuperato all’esterno e all’interno, ricostruendolo il più possibile simile all’originale, e arredandolo con elementi e oggetti che trasmettono la vita di un tempo. Il luogo è un condensato di ricchezza come se ne trovano pochi, che merita di essere visitato. Per saperne di più visita la casa rupestre |
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Un castello che domina l’alta Val Liona
Il Castello di Zovencedo viene citato per la prima volta nel 1158, in un documento imperiale di Federico Primo. Sono poche le notizie della sua storia giunte fino a noi; pare certo he il suo perimetro fosse di notevoli dimensioni e contenesse diversi edifici.
Nel 1316 il complesso doveva essere ancora piuttosto funzionale, visto che il vescovo Sperendio concedeva una casa con tetto di coppi posta nel castello, vicino alla porta dello stesso. Fonti storiche ne testimoniano l’uso fino almeno al XV sec., quando al suo interno si trovava anche la Casa del Comune. Oggi i ruderi dell’antica costruzione sono conservati in una proprietà privata e si può ancora osservare la possente torre e le mura degli edifici che dovevano sorgere nel perimetro del castello. Da questo luogo si domina l’alta Val Liona e l’orizzonte si apre verso sud, bellissimo. |
Il Sentiero delle Fontane
Salendo sopra la valle del Gazzo
Segnavia sentiero: bianco e rosso con croce nera su campo bianco.Il punto di partenza si trova ad un centinaio di metri dall’inizio di via Gazzo, tra due capannoni. Qui si trova una carrozzabile in salita, con fondo in cemento, in salita: dopo una ventina di metri si piega decisamente a destra per prendere un largo sentiero sterrato che comincia a risalire con pendenza significativa il versante settentrionale della valle. Man mano che si sale il colle la veduta sulla val Gazzo si apre sempre più. Col proseguire del sentiero la pendenza di attenua, il sentiero si restringe e la vegetazione diventa più fitta. In questo tratto del sentiero si possono trovare trovare tamari, biancospini e alberi di Giuda. Il folto delle piante lascia intravvedere a tratti la valle sottostante e oltre la valle l’altopiano di Zovencedo. Superato un piccolo piazzale il sentiero si allarga e si trasforma in una carrareccia ampia e comoda e la ripresa della salita avviene entrando in un ambiente più chiuso. Il bosco si fa più fitto, con prevalenza di carpino nero e di castagno ed un sottobosco ricco di pungitopo. Il sentiero compie un tornante che conduce fino alla località Cà Bertoldo. Qui si lascia la carrareccia principale e con una inversione a “U”, si prende a destra una stradina larga e pianeggiante. Proseguendo il cammino si compie una curva che scavalca la testa di una modesta incisione, per poi salire su una carrozzabile sterrata che si segue ora verso destra, in leggera discesa, superando un secondo solco vallivo percorso da un esile velo d’acqua. Sempre seguendo la carrozzabile, si giunge alla Fontana del Monte, detta anche Fontana dei Ciciani. |
La fontana veniva utilizzata negli anni passati dagli abitanti delle contrade vicine. Poco oltre, in prossimità di un bivio, si prende a sinistra un ampio viottolo che curva verso nord-est. Continuando a salire si vede verso valle un edificio in vecchio stile, oggi restaurato: si tratta di Ca’ Giacomoni, circondato da coltivazioni di vite e ulivo. Da qui è possibile una veduta stupenda dell’inizio della Val Liona.
Raggiungendo San Gottardo
Si risale il crinale ignorando le deviazioni che portano verso l‘interno del bosco e superato un edificio diroccato, si tiene costantemente la destra seguendo sempre la via principale, in un tratto ora pianeggiante, ora fatto di leggeri saliscendi, che si inoltra in un bosco più fitto per sboccare poi in una radura erbosa. Si tiene il margine verso valle fino ad arrivare in vista di un’abitazione. Si lascia l’edificio sulla destra e, dopo una breve salitina, si raggiunge una carrozzabile sterrata che si segue verso le prime case della fazione di San Gottardo. Si raggiunge la sommità della collina dove la veduta risulta ampia vero i colli a sud. Dopo alcune centinaia di metri, quando il bosco si apre per lasciare spazio a una radura, si raggiunge Via Borgo ma anziché prenderla e raggiungere il centro del paese, la si percorre nel senso opposto, tornando a scendere verso la valle.
La strada compie una svolta a sinistra e dopo una cinquantina di metri, anziché seguire la carrareccia che fa una svolta a gomito a destra, si prosegue dritti ritornando nel bosco. Ad un centinaio di metri si giunge alla Fontana del Borgo antico e ad una strada ampia, cementata. Si segue la strada tenendo la destra fino ad incrociare nuovamente Via Borgo. Si svolta a destra e la si percorre. Dopo un’ampia svolta a sinistra Via Borgo si dirama. Si prende la biforcazione di destra, inserendosi tra un gruppo di case (località Franceschini).
Scendendo nella Val di Gazzo
Alla fine della contrada la strada torna ad essere un sentiero che prende a scendere il crinale del colle, in mezzo al bosco. Compie un’ampia curvatura a destra e prende a fiancheggiare il colle. Dopo circa 150 metri il sentiero compie un tornante e ripercorre la forma del colle, continuando a scendere . Dopo 500-600 metri circa si giunge ad un’altra fontana, la Fontana delle Donne (o delle Fade), vicino all’ingresso di una cava di pietra. Dal piazzale della cava si può osservare la testata della val Gazzo e i versanti che salgono dal fondo, ricoperti di vegetazione abbondante fino alla sommità. Oltrepassando le cave, si segue per un breve tratto la strada carrozzabile per poi scendere la stradina ripida che conduce al fondo della val di Gazzo. Alla fine della discesa ci si trova in un luogo tranquillo: solo poche isolate abitazioni e qualche campo coltivato.
Raggiungendo San Gottardo
Si risale il crinale ignorando le deviazioni che portano verso l‘interno del bosco e superato un edificio diroccato, si tiene costantemente la destra seguendo sempre la via principale, in un tratto ora pianeggiante, ora fatto di leggeri saliscendi, che si inoltra in un bosco più fitto per sboccare poi in una radura erbosa. Si tiene il margine verso valle fino ad arrivare in vista di un’abitazione. Si lascia l’edificio sulla destra e, dopo una breve salitina, si raggiunge una carrozzabile sterrata che si segue verso le prime case della fazione di San Gottardo. Si raggiunge la sommità della collina dove la veduta risulta ampia vero i colli a sud. Dopo alcune centinaia di metri, quando il bosco si apre per lasciare spazio a una radura, si raggiunge Via Borgo ma anziché prenderla e raggiungere il centro del paese, la si percorre nel senso opposto, tornando a scendere verso la valle.
La strada compie una svolta a sinistra e dopo una cinquantina di metri, anziché seguire la carrareccia che fa una svolta a gomito a destra, si prosegue dritti ritornando nel bosco. Ad un centinaio di metri si giunge alla Fontana del Borgo antico e ad una strada ampia, cementata. Si segue la strada tenendo la destra fino ad incrociare nuovamente Via Borgo. Si svolta a destra e la si percorre. Dopo un’ampia svolta a sinistra Via Borgo si dirama. Si prende la biforcazione di destra, inserendosi tra un gruppo di case (località Franceschini).
Scendendo nella Val di Gazzo
Alla fine della contrada la strada torna ad essere un sentiero che prende a scendere il crinale del colle, in mezzo al bosco. Compie un’ampia curvatura a destra e prende a fiancheggiare il colle. Dopo circa 150 metri il sentiero compie un tornante e ripercorre la forma del colle, continuando a scendere . Dopo 500-600 metri circa si giunge ad un’altra fontana, la Fontana delle Donne (o delle Fade), vicino all’ingresso di una cava di pietra. Dal piazzale della cava si può osservare la testata della val Gazzo e i versanti che salgono dal fondo, ricoperti di vegetazione abbondante fino alla sommità. Oltrepassando le cave, si segue per un breve tratto la strada carrozzabile per poi scendere la stradina ripida che conduce al fondo della val di Gazzo. Alla fine della discesa ci si trova in un luogo tranquillo: solo poche isolate abitazioni e qualche campo coltivato.
Val Liona, la più grande valle dei Berici
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C’è un piccolo corso d’acqua che scende dai Colli Berici e che dà nome ad una valle. Si chiama Torrente Liona.
Nasce in due differenti punti: un primo corso scende dalle alture di San Gottardo, lungo il Monte Petraie, e percorre tutta la Valle del Gazzo; un secondo corso scende dall’altopiano di Zovencedo, sotto i resti dell’antico castello, giù per la valle del Calto. Un tempo la forza di quest’acqua veniva impiegata per far muovere le ruote e le macine dei mulini, molti dei quali erano concentrati nell’antico borgo del Calto, ma che un po’ ovunque erano stati costruiti, lungo tutto il corso del torrente. I due rami del Liona si uniscono nella località Le Acque, dove comincia ad aprirsi la Val Liona, dominata dalla chiesa di San Pietro di Grancona, luogo in cui anticamente sorgeva un castello. La Val Liona si estende verso sud. Alle pendici dei colli si trovano raggruppate le case di vari paesi e borghi alcuni di antichissima origine e bellezza che merita una visita: Spiazzo, San Germano dei Berici, Campolongo, Villa del Ferro. Il torrente scorre e la valle si allarga, divenendo una distesa fertile di campi coltivati ed irrigati. Una piana anticamente bonificata dai benedettini. Nei punti più a sud, dove la valle termina fondendosi nella grande distesa della Pianura Padana, due rilievi sembrano marcarne l’ingresso: il Monte della Croce e il Monte delle Piume. Ai loro piedi i centri storici di Sossano e Orgiano. |